Il caffè espresso è una bevanda ottenuta dal processo di torrefazione e macinazione dei chicchi di caffè, prodotta attraverso la percolazione di acqua calda sotto pressione che passa attraverso uno strato di caffè macinato e pressato: è questa la definizione ufficiale di espresso, termine che identifica un metodo di estrazione del caffè ottenuto con l’ausilio di una macchina che eroga acqua a 9 bar di pressione. La bevanda che la maggior parte degli italiani – e non solo – consuma quotidianamente, uno dei simboli del made in Italy e uno dei prodotti più amati e apprezzati nella Penisola.
Perché il caffè espresso si chiama “espresso”?
Molti cadono subito in errore: il termine non deriva dal metodo di preparazione. Il vero motivo per cui al caffè è stato associato il termine “espresso” è uno solo. E va ricercato nei tempi di attesa per l’erogazione della bevanda. Rapidi, immediati, espressi!
Secondo la vera storia del caffè espresso, in origine questa bevanda veniva preparata con il procedimento di infusione, in pentolini o appositi contenitori. Ciò significava minuti di pausa obbligata, a casa come al bar.
Ma agli inizi del secolo scorso, nei primi anni del 1900, tra le piazze e i portici delle città italiane si diffondevano velocemente nuovi luoghi di incontro e socializzazione: le caffetterie.
Qui signore e signori di cultura, intellettuali e capitani d’impresa, si facevano servire il caffè come fosse un vero e proprio rituale. Per le caffetterie, essere rapidi e professionali nel servizio era una prerogativa essenziale. Ecco l’esigenza di disporre di macchine per caffè espresso funzionali e tecnologicamente avanzate.
Per la storia del caffè espresso è un punto di non ritorno: le moderne macchine sostituiscono la tradizionale preparazione. Il caffè viene finalmente servito rapidamente, in pochi secondi.
La sua storia affonda le radici nella Torino di fine Ottocento, in seguito all’invenzione di una macchina brevettata da Angelo Moriondo nel 1884, ma dobbiamo aspettare i primi del Novecento perché l’espresso si diffonda lungo tutto lo Stivale.
L’espresso italiano: storia e origini
Moriondo è stato dunque il pioniere delle macchine espresso: aveva costruito una macchina innovativa, in grado di cambiare il lavoro dei baristi, in grado di produrre tante tazze in serie, ma l’aveva tenuta per i suoi locali senza promuoverla. Ciò che mancava all’epoca era una mentalità imprenditoriale, una visione industriale di un’invenzione di tale rilevanza. Nel 1901, il milanese Luigi Bezzera rivede leggermente il progetto di Moriondo e presenta la macchina agli operatori del settore e alla stampa, che inizia a interessarsi sempre di più all’invenzione.
L’inizio della produzione in serie
Il brevetto della macchina passa poi, nel 1902, a Desiderio Pavoni, fondatore dell’azienda meneghina La Pavoni s.p.a. A questo punto la macchina per espresso in ottone cromato, che prende il nome di Ideale, è a sviluppo verticale con una caldaia mantenuta in pressione da un fornello a gas, e inizia a essere prodotta e commercializzata in serie.