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Estrarre il caffè: Un viaggio nella storia.

Estrarre il caffè: Un viaggio nella storia.

Per la riuscita di un ottimo caffè non bastano la qualità della materia prima, l’attenzione nella raccolta, nella selezione e nella tostatura, servono anche delle macchine all’altezza… e i nostri avi lo sapevano bene.

Già nell’antichità, infatti, sono stati costruiti ed ideati i primi “oggetti-strumento” per estrarre il caffè.

Naturalmente per approfondire il tema delle macchine da caffè (per estrarre il caffè) non possiamo che iniziare menzionando l’area geografica del Mar Rosso dove il caffè ha visto la luce. Qui in un primissimo momento per preparare la bevanda ci si serviva dell’intera ciliegia, raccolta dalla pianta e pestata, poi si sperimentò l’utilizzo dei chicchi verdi contenuti all’interno della bacca ed infine si scoprì la tostatura dei grani, abbrustoliti attraverso padelle e tostini rudimentali. Il passo successivo fu il processo di macinatura che consisteva nel ridurre in finissima polvere i grani tostati servendosi di un mortaio.

Dopo il successo di queste sperimentazioni i primi caffè venivano preparati attraverso la tecnica della bollitura secondo la quale la materia prima, dopo essere stata ridotta in polvere, veniva posta direttamente all’interno della caffettiera insieme all’acqua fredda e poi messa sul fuoco fino a che il decotto non giungeva ad ebollizione, producendo abbondante schiuma di caffè. A questo punto il bricco veniva tolto dalla fiamma, si versava un cucchiaio di acqua fredda per far sì che i fondi si potessero depositare alla base ed infine si dolcificava e aromatizzava il caffè unendo miele e spezie varie. Dopo qualche minuto di riposo si versava in tazza il liquido, prestando molta attenzione poiché il  flusso doveva essere sottile e continuo per non smuovere i fondi. Questo metodo di estrazione fu una vittoria e la bevanda che si otteneva un vero portento!

Per questo furono molteplici i recipienti fabbricati per preparare la nera ed esotica bevanda: dalle “caffettiere” in terracotta a quelle costruite in rame, fino a quelle realizzate in ottone finemente cesellate e decorate, con forme a tronco di cono, a bulbo o ad anfora. Dalla Turchia alla Siria, dalla Tunisia al Marocco il caffè si preparava utilizzando “Cezve”, “Ibrik” e “Dellel”.

Il “Cezve” ad esempio ha una forma troncoconica molto semplice ed è munita di un lungo manico (spesso ripiegabile al fine di essere comodo per le tribù nomadi durante il trasporto) che consentiva di manovrare la caffettiera senza bruciarsi le mani e termina con un beccuccio stretto per agevolare la mescita del caffè nelle tazze.

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