Da nord a sud, da oriente ad occidente, i popoli di tutto il mondo hanno qualcosa che li accomuna e che li fa sentire “a casa” ovunque loro siano: il caffè. O meglio la tradizione del caffè; poiché la bevanda ambrata tanto amata, non è solo una bevanda, ma un modo d’essere, una tradizione che si perpetua spesso dalle prime luci dell’alba, all’ultimo rituale dopo cena, un momento di pausa, di relax e di riflessione.
Nascono addirittura nel XVI secolo i primi caffè letterari, locali dove ci si raccoglieva per sorseggiare caffè e discutere di politica o di altri argomenti socio culturali. Un momento sociale che si trasforma in un vero e proprio rituale intellettuale e culturale.
I caffè letterari sono luoghi affascinanti e ricchi di storia. A partire dal 1700 diventarono il simbolo della cultura borghese e rappresentarono il luogo d’incontro preferito per gli intellettuali dell’epoca.
Il caffè, sin dalla sua diffusione, è sempre stato considerato una bevanda aggregante, che favorisce la socializzazione tra coloro che la consumano e stimola la conversazione. I caffè letterari, nati in Europa sul finire del 1600, rappresentarono una pietra miliare nell’atmosfera di fermento culturale e di innovazione che pervase l’intero continente nei secoli successivi e videro la nascita di grandi capolavori e di correnti filosofiche che hanno fatto la storia.
L’epoca d’oro dei caffè letterari è legata all’Illuminismo, che ebbe il suo fulcro in Francia durante il 1700. Solo a Parigi, alla fine del secolo, esistevano oltre 3000 caffè, nei quali si incontravano i giovani intellettuali che diedero il via a una vera e propria rivoluzione, segnando il trionfo della borghesia ai danni della nobiltà, che fino ad allora aveva detenuto quasi completamente il monopolio della cultura. Anche in Inghilterra si diffusero rapidamente le Coffee Houses, nelle quali scrittori, poeti e uomini d’affari si riunivano per discutere di nuovi investimenti, stimolare l’intelletto o semplicemente scambiarsi le proprie opinioni sulla società.
In Italia nacquero ben presto molti caffè letterari, frequentati non solo dalla classe borghese ma anche dalla nobiltà. La più famosa rivista illuminista italiana, fondata da Pietro Verri, si chiamava proprio “Il Caffè”, e nei suoi contenuti imitava gli scambi d’opinione e le discussioni intellettuali che si creavano all’interno di tali locali.
Ricchi di fascino e storia, i caffè letterari rappresentano ancora oggi un luogo magico, nei quali si respira un’atmosfera unica.