L’ origine del nome della caffettiera moka è da collegarsi al nome della città di Mokha ( in Yemen) che è una delle prime e più importanti zone di produzione del caffè, in particolare della qualità arabica.
Questo prodotto è frutto dell’ingegno e della creatività di Alfonso Bialetti (1888 – 1970), uno dei più grandi imprenditori italiani della storia. Attualmente la moka è conosciuta in tutto il mondo come una delle più importanti icone del made in Italy, presente anche nella collezione del Triennale Design Museum di Milano e nel Moma di New York.
Il marchio è ancora oggi leader incontrastato del mercato. Il progetto ha subito negli anni solo lievi modifiche nella forma che rimane però quella “standard”, cioè quella ottagonale di alluminio, che rappresenta uno dei più importanti elementi distintivi del prodotto.
Si stima che dagli anni ’50 fino a oggi siano state vendute circa 300 milioni di caffettiere prodotte dalle industrie Bialetti e che nel 2012 il marchio ha detenuto il 45,6% della quota di mercato mondiale ed il 66,1% del fatturato.
Bialetti ha dichiarato che l’invenzione della moka fu ispirata osservando la moglie fare il bucato con una lavatrice chiamata lisciveuse. Quest’ultima possedeva una sorta di caldaia, al cui interno si doveva mettere acqua, detersivo e panni sporchi, ed un tubo, la cui estremità superiore era forata. L’acqua, una volta giunta a temperatura, risaliva lungo il tubo per poi raffreddarsi e riscendere. Questo procedimento serviva per sciogliere il detersivo, il quale poteva meglio spargersi sui panni.
Anche negli altri paesi possiamo trovare la Moka (infatti la Bialetti produce la Moka soprattutto per mercati non italiani) anche se è nota con altri nomi; in Spagna ad esempio è conosciuta come “napolitana” ,”cafetera de rosca” o anche “cafetera de fuego”, mentre n Portogallo e in Brasile la si conosce come “cafeteira italiana”.
Tra la fine degli anni ’30 e l’inizio degli anni ’40 l’intera produzione delle caffettiere Bialetti era limitata a circa mille pezzi all’anno. Lo stesso Alfonso Bialetti vendeva le caffettiere al dettaglio, girando per le fiere e rivolgendosi prevalentemente al mercato locale. Fu il figlio Renato, sopravvissuto ai campi di concentramento tedeschi, a ripensare l’intero business del Marchio “Moka Express; dopo la guerra a partire dagli anni ’50, Renato decise di investire in modo massiccio sulla pubblicità sia a livello nazionale che internazionale, infatti cominciò proprio in questi anni l’esportazione della moka anche all’estero. La moka diventerà un oggetto di largo consumo solo dopo la fine della Seconda guerra mondiale, durante il periodo del “boom economico” che porterà all’aumento del reddito medio e dei consumi della popolazione.
Il marchio della Moka Express diventerà veramente conosciuto e popolare grazie all’invenzione del famoso “omino con i baffi”, disegnato dall’animatore e fumettista Paul Campani; questo piccolo omino diventerà così il simbolo degli spot Bialetti che venivano trasmessi durante il programma televisivo Carosello.